Descrizione | Scheda Album:
Titolo Album: Non So Ballare
Artista: Annalisa
Data di pubblicazione: 14 febbraio 2013
Durata: 39 minuti e 55 secondi
Genere: Pop Rock
Dischi: 1
Tracce: 11
Produttore: Davide Graziano, Marisa Bessuti
Etichetta: Warner Music Italy
Track List:
01 - Scintille 03:08
02 - Alice e il blu 03:58
03 - A modo mio amo 03:42
04 - Ed è ancora settembre 03:43
05 - Spara amore mio 03:44
06 - Io, tu e noi 03:18
07 - Tutta l’altra gente 04:03
08 - Meraviglioso addio 03:14
09 - Non so ballare 03:31
10 - Tornerò ad amare 03.22
11 - La prima volta 04:12
Recensione:
Poco meno di un anno fa sono stato chiamato a far parte della giuria di “Amici di sera”. Ci sono arrivato completamente impreparato: non avevo mai visto una puntata del programma, e i ragazzi che avevo già sentito cantare erano solo quelli che avevano partecipato a precedenti Festival di Sanremo. Annalisa non l’avevo mai vista né ascoltata cantare dal vivo (l’avevo incontrata due minuti, il tempo di una stretta di mano, quando aveva ritirato il premio per il miglior video di artista emergente al PVI del 2011). L’ho scoperta ad “Amici di sera”, e mi ha colpito perché era diversa dalle altre cantanti in gara. Non strillava, non piangeva, non si dimenava: era composta, discreta, “moderna”. Migliore delle canzoni che cantava, quando cantava canzoni inedite; all’altezza delle canzoni che interpretava, quando cantava canzoni già note. Una promessa già parzialmente realizzata, da seguire con attenzione augurandole (senza offesa) un repertorio migliore di quello che finora aveva avuto a disposizione.
“Senza offesa” lo dico non per lei, ma per gli autori: gente di mestiere e meritevole di rispetto, come Federica Camba, Dario Faini, Andrea Amati, Roberto Casalino, Francesco Campedelli, gente che anche in questo terzo album di Annalisa è quasi tutta presente con le proprie composizioni - ma, a parte un paio di eccezioni, non sono loro a firmare le canzoni più interessanti e “nuove” di “Non so ballare”.
La migliore in assoluto è “La prima volta”, un delicato e intenso bozzetto firmato da Ermal Meta, di La Fame di Camilla. Meta è anche autore di “Non so ballare” (una delle due canzoni presentate in gara a Sanremo da Annalisa, quella che è stata eliminata), “Io tu e noi” e cofirmatario (con Faini) di “Spara amore mio”; sostanzialmente, a mio gusto, le canzoni più interessanti del disco. Le altre, beh: “Scintille”, di Faini e Antonio Galbiati, è un bell’esercizio di scrittura - vagamente alla Paolo Conte del periodo 1974/1975, “La giarrettiera rosa” e roba così - che Annalisa canta con sicurezza e quel giusto di aggressività che non ci sta male; “Alice e il blu” sembra una cosina minore del repertorio di Arisa (a proposito, qua e là la voce di Annalisa fa tornare alla mente quella di Arisa - e sapete che lo considero un complimento), e la somiglianza torna in “Tutta l’altra gente”, scritta da Annalisa con Pino Perris, che è il rifacimento di una canzone, “L’altra gente”, scritta dalla sola Annalisa prima di iniziare la sua carriera da solista. “A modo mio amo” è una canzone dall’impianto vecchissimo: potrebbe uscire da un Sanremo degli anni Sessanta, il che in sé non è un difetto o un limite, ma costringe Annalisa a cantare come Anna Identici - il che non le giova. Non è male “Tornerò ad amare”, firmata da Casalino con Niccolò Verrienti, ma ho l’impressione che sia salvata dall’arrangiamento e dall’interpretazione; sarebbe potuta diventare una delle canzoni strillate di Emma.
A proposito di arrangiamento e produzione: la novità è che Dado Parisini, che con Nicolò Fragile aveva prodotto “Nali” nel 2011 e da solo aveva prodotto “Mentre tutto cambia” (2012), ha lasciato il posto a Davide Graziano, musicista torinese e già batterista degli Africa Unite. Bisognerebbe ricordare qui che Graziano è il compagno di vita di Luciana Littizzetto, conduttrice del Festival di Sanremo 2013, e farlo con una strizzatina d’occhio allusiva: l’ho fatto, perché è il mio mestiere. Ma Graziano è bravo e ha confezionato un buon lavoro - mettendoci molto del suo, mi par di capire.
Di come canta Annalisa non si può che dir bene: è intonata, espressiva, capace di dare colore alle frasi. E qui mi sbilancio: se riuscirà - o se chi la guida glielo lascerà fare - a sbarazzarsi dei residuati della sua provenienza “talent”, e volesse diventare un punto di riferimento dei giovani autori meno allineati (nel disco precedente c’erano, per dire, due canzoni di Giulia Anania, che delle nuove leve è una delle penne più promettenti), potrebbe diventare quella nuova Fiorella Mannoia della quale la scena italiana ha tanto bisogno. Io glielo auguro, e me lo auguro.
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